Le risposte alle domande sul Mac
Monday, June 30, 2003

io ce e panta rei (anteprima)

Post di Fabrizio Venerandi sul newsgroup it.comp.macintosh

Main topics: OT

Author: Fabrizio Venerandi

Mia suocera, la generalessa, si versa del vermentino nel bicchere e mi dice che ha bisogno di un nuovo portatile. "Anche io" ammetto. "Sì, ma io ho i soldi" e amen penso io. Cecilia è lì che ascolta avida di parole e chiede alla madre, sì vabbè, ma quale computer che computer vuoi, uno con la meletta o senza meletta, e lei dice senza, e io e cecilia ci guardiamo negli occhi. "Perché senza meletta?" le chiediamo rattristati, perché senza meletta? Una domanda tutt'altro che statistica: senza meletta vuol dire windows e windows vuol dire telefonate alle ore più improbabili del giorno e della notte con dialoghi del tipo: (pausa) - senti devo aprire - cosa? - quella lettera te la ricordi? - che lettera? - quella che scrivevo, quella con il computer - e che ne so io - dammi una mano - allora sei con word? - sì - vai su archivio - archivio... - o file che è la stessa cosa - non c'è - cosa c'è? - c'è avvio - ma sei con word? - sì! - e c'è archivio? - no c'è avvio (pausa) - ma dove sei? - sono qui (pausa) - ma sei con windows o word - con windows - allora non sei con word - io non ci capisco aiutami - apri word - faccio avvio? (pausa) - ma tu cosa vuoi fare? - voglio aprire la lettera! (pausa) - ma dove è la lettera? - è nel computer (pausa) - faccio avvio? (pausa) - ho fatto avvio (pausa) - e che è successo? - non so, non ci capisco - e ora c'è la tua lettera? - che lettera? (pausa) Insomma, cose che beckett si sarebbe messo la mano davanti alla bocca in estasi, forse beckett no, diciamo lionesco, lionesco si sarebbe messo la mano davanti alla bocca, invece vuol dire che la tecnologia e l'uomo viaggiano su due binari paralleli talvolta comunicanti, nei rari momenti in cui l'uomo si sottomette alla macchina e viceversa, ma essendo la macchina costruita dall'uomo, il viceversa in realtà è sempre l'uomo che si sottomette alle cose che ha costruito, questa è la verità. Dicevo, niente meletta significa dannazione e telefoni staccati per settimane. "Ma perché niente meletta?" chiede cecilia e la generalessa dice che sennò non può usare i suoi vecchi programmi, tipo word, e noi le diciamo che word c'è anche per mac anche se tacciamo il fatto che costa mezzo milione, e allora lei dice che non può usare i floppy disk. "Ma chi è che ti dà ancora i floppy disk?" le chiedo. "Nessuno" ammette lei guardando il vermentino. Ma poi aggiunge che con la meletta non potrebbe guardare i suoi cd dei capolavori della narrativa, che li ha comprati con le riviste e c'è scritto solo windows. "Uh" faccio io prendendone uno in mano. "Ma li usi spesso questi cd?" le chiedo. "Moltissimo" mente la generalessa affogandosi nel vermentino. "In primo luogo -faccio io- in questi capolavori della narrativa manca il tuo genero, e basterebbe questo a sminuire l'opera omnia digitale che tieni qua in alto, a prendere polvere. E poi sono anora tutti incellofanati, non ne hai mai aperto uno!" "Stavo per farlo" dice lei serafica, comunque -aggiunge- niente meletta. Ci vediamo alla fnac, la generalessa passa in rassegna tutti gli windows compatibili, messi in fila in attenti, e poi si ferma di fronte a un ibook 12 pollici bianco e dice questo è carino, è più piccolo degli altri, è più comodo, e io le dico guarda che ha la meletta. "Ah" e rimane dubbiosa, e io mi rendo conto che se iniziassi a colpire adesso alla fine le donerei la felicità un ibook, ma mi rendo anche conto che al primo messaggio email del primo pirla che le mandasse un allegato powerpoint di un mega con delle barzellette e delle foto new age, ecco, mi si rivolterebbe il mondo addosso, perché il suo computer non sarebbe in grado, eccetera. Abbasso lo sguardo e le indico da lontano un toshiba nero come la pece, ecco quello che fa per te dico, prima di baciarla sulla guancia, si fa per dire non me lo permetterebbe mai. Siamo a casa sua io che le devo installare il computer, niccolò che si muove duenne beato tra stanza e stanza giuggiolando i suoi primi composti fonemici, la cecilia che osserva il proprio compagno impallidire, e la generalessa che mette del vermentino in frigo, deve averne uno stock intero nella cantina. Windows xp mi ricorda il mio vecchio amico saied, saied era un pakistano che non aveva molti soldi e veniva spesso a casa nostra a mangiare della pasta in bianco, noi gli davamo della pasta in bianco non perché siamo dei poveracci, ma perché qualsiasi altro tipo di condimento usassimo aveva in sé qualche ingrediente che andava contro l'atavica religione della sua terra e saied era molto religioso settecento volte religioso, non ricordo il numero, diceva spesso questo numero. Purtroppo il carattere molto espansivo di saied faceva sì che il buon amico pakistano, dopo un mesetto di connivenza ci avesse spaccato i nostri etnici coglioni e ogni volta che il citofono bippava, avevamo il terrore di sentire il "sono saieeeed" che ci raggelava il sangue. Xp è uguale all'inizio dici, beh stavolta la microsoft ha assunto un grafico. Poi guardi meglio è aggiungi, della apple, un grafico della apple. Ma come quando con l'unghia saggi il vaso e vedi che sotto la vernice il vaso è nudo, così Xp, dietro a menù semplificati, nasconde gli stessi odiosi controlli di windows 95, seppelliti dietro font sfumati, prati verde e cacche di mucca. E fin qui il paragone con saied non si capisce, non c'è. Il fatto è che io installo xp, sto iniziando a guardare e viene fuori una finestra che mi dice guarda che adesso mi collego a internet e mi scarico degli aggiornamenti, perché adesso tocca a me usare internet, se non vuoi clicca in quel pixel microscopico in basso a destra e sconfigurami. E io mi domando chi cazzo te lo ha chiesto e lo sconfiguro, e allora si apre una seconda finestrella che mi dice guarda che ho rilevato che hai attaccato una periferica hardware la vuoi configurare adesso, e io nego e riavvio, e Xp sembra essersi calmato, allora faccio una prova lo metto in stop e poi lo riattivo e si riapre una finestrella e mi dice che ora ho una nuova configurazione di rete se voglio attivarla e io spengo e dico generalessa il computer è pronto, ma è un po' intrusivo. "Cosa vuoi dire?" chiede la generalessa. "Xp è come un tamagoci ha bisogno di molte attenzioni" confesso e me ne vado con la mia famiglia è scoppiato un temporale. Cecilia ha terrore dei lampi perché ha paura che muore lei, che muore niccolò, che si bruci la casa, che muoio io in quest'ordine credo. E infatti mi fa stare in macchina per mezz'ora finché il temporale non si calma, cecilia a volte sembra essere influenzabile dai prodigi della natura. Così quando torniamo a casa non c'è luce, è saltato l'impianto e io dico addio modem adsl ci scommetto, cazzo di temporali del cazzo, dico e vado dal contatore e dal salvavita e riattacco e non si riattacca niente e allora dico c'è un corto o una massa, vado e stacco tutti gli elettrodomestici e i computer attacco il salvavita e non si riattacca niente, stacco tutte le lampadine, attacco il salvavita e non si riattacca niente, prendo una candela e il tester e testo tutte le prese e nessuna ha fatto cortocircuito e alla fine sono disperato guardo il salvavita mi viene un lampo di genio, si fa per dire, apro il salvavita, lo smonto e lo testo e il salvavita è morto, amen mi faccio un segno della croce. Attacco i fili dell'enel direttamente all'impianto e rigiro le lampadine, la luce funziona, e poi attacco gli elettrodomestici uno a uno per vedere quale si è fottuto, e funzionano tutti e quando arrivo dall'imac tangerine premo il pulsante e l'imac non si accende. "Uh, si è rotto il pulsante" dico. Premo il pulsante quello sul monitor e l'imac non si accende. "Bizzarro, si è rotto anche il pulsante sul monitor" aggiungo e da dietro sbuca la figura di cecilia che mi guarda in questa impresa di premere pulsanti e dire uh si sono rotti i pulsanti, e dopo un po' mi abbraccia da dietro e mi dice fabrizio qualcuno deve dirtelo, è più probabile che si sia fulminato l'imac, per il fulmine. Non i pulsanti. Resto immobile, gelido, di fronte al case arancione dell'imac e dico a bassa voce che non volevo vedere la verità, che era troppo orrenda. "Panta rei" aggiungo e spiego a cecilia che niente si crea niente si distrugge, oggi c'è un nuovo computer nel mondo, quello di mia suocera, ma questa nascita coincide con la morte di un altro computer, il nostro, una specie di controllo delle nascite via hardware. "Una meletta in meno nel verde albero della vita" commenta cecilia biblica e io annuisco e dentro di me sono triste perché è morto l' imac tangerine, ma sono anche felice perché adesso siamo costretti a comprarci un ibook o un emac nuovo e così aiutiamo il progresso e le melette, e appena lo abbiamo comprato magari il toshiba di mia suocera muore, panta rei -cazzo- panta rei. -- http://www.fabrizio.venerandi.org
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