Tuesday, April 15, 2003
io ce e la cacca
Post di Fabrizio Venerandi sul newsgroup it.comp.macintosh
Main topics: OT
Author: Fabrizio Venerandi
L'ultima cosa che mio figlio ha imparato si chiama teatro situazionista
e funziona pressapoco così, io sono in un angolo della casa che cerco di
passare costruttivamente la parte di tempo che ancora mi separa dalla
notte e quindi dal dormire, mentre Cecilia è nella stessa stanza, che
cuce, o legge il giornale o altra cosa atta a far passare il tempo che
la separa dalla notte e quindi dal dormire, quando si supera la trentina
d'anni e non ci sono più traguardi da raggiungere la vita in casa è una
sorta di eterna attesa per arrivare all'indomani e così via finchè non
arriva un indomani che si chiama 'ferie' e allora si va' in vacanza in
spiaggia pensando a quello che si sarebbe potuti essere, o a come
cambierà la nostra vita una volta tornati a casa dopo le ferie, e quando
si torna dalle ferie ci si meraviglia tutte le volte della propria
stessa casa e man mano ci si riabitua al tran tran quotidiano e in men
che non si dica sei di nuovo pronto a passare il tempo che ti separa
dalla notte e sperare in un domani identico ad oggi, a meno che il
domani non sia un giorno di ferie e così via, finché non scopri che tuo
figlio è arrivato all'età in cui può darti un cazzotto in faccia
facendoti anche male e capisci che tutta questa attesa è servita solo a
renderlo più forte di te e adesso puoi buttarti su una poltrona,
accendere la televisione e diventare una suppellettile del salotto, vana
vanità dei mortali, ecco i miei pensieri, comunque per ora il niccolotto
ha solo due anni e quindi ha ancora bisogno di noi e gira per la casa
pronto ad aggrapparsi alle nostre dita per trascinarci in cameretta sua
bella per farti sedere sul tappeto e darti pezzi di lego, o niente,
vuole che stai in camera sua mentre lui gioca a cose senza senso, ma se
ti muovi la prende come un'offesa personalissima ed esplode in trionfi
di lacrimacce e gira su se stesso come i cani quando si vogliono mordere
la coda, lui fa così, e insomma, io sono in un angolo della casa che mi
lecco le ferite, Cecilia è in un altro angolo che lecca le sue, e
niccolotto entra nella stanza in questione, guarda me che faccio finta
di non vederlo, guarda la mamma che finge di essere in una stanza
attigua a quella dove ci troviamo io e il niccolotto, e poi inizia la
scena madre del suo teatro situazionista, si dà una pacca forte sul culo
e dice "cacca".
Cecilia alza la testa raggiante e guarda ora il niccolò, ora il
sottoscritto venerandi.
"Guarda com'è intelligente! Ci sta facendo capire che sta per fare la
cacca" dice osservando il suo bel figlio.
"Cecilia, niccolò ci sta solo prendendo per il culo: sta facendo del
teatro situazionista" faccio io con sguardo rassegnato.
"Non essere crudele verso tuo figlio e verso i suoi miglioramenti, ci
sta dicendo che gli scappa la cacca" protesta Cecilia visibilmente
contrariata dalle mie parole.
Mi giro verso di lei.
"Cecilia, lo fa solo perché gli piace essere al centro dell'attenzione.
Cosa ci può fare pensare che a lui veramente scappi la cacca?"
Cecilia strabuzza gli occhi. "Fabrizio, si sta dando delle pacche nel
culo e dice cacca: più chiaro di così!"
In effetti la cacca esce proprio da lì.
"Ok -faccio io accondiscendente- vista dall'esterno sembrerebbe che
nostro figlio veramente stia comunicando con noi. Ma consideriamo anche
l'esperienza: è mai successo, ti chiedo, che dopo questa pantomima, che
si conclude con una corsa in bagno, con il collegamento del riduttore
per culi, estirpazione del pannolino e scena madre tipo magiatoia di
betlemme versione sanitari wc, con il pargoletto nel mezzo e noi due in
adorante adorazione ed attesa di un pezzettino di cacca, dicevo, è mai
successo che dopo questa divertentissima pantomima il niccolotto nostro
figlio evacuasse qualsivoglia materiale che non fosse il suo ridere
beato?"
Cecilia tace e poi scuote la testa: il niccolotto non ha mai fatto la
cacca dopo avercela così chiaramente preannunciata.
Rassicurato proseguo. "Lo fa solo perché ha capito che dandosi una pacca
sul culo e dicendo la parola 'cacca', si scatena una serie di atti
concatenati che fanno sì che suo padre e sua madre si spostino come
degli ossessi nel microscopico bagno che ci è stato dato in destino,
tirandosi e passandosi il figlio l'un l'altro, sgomitandosi addosso e
poi restandogli di fronte facendo le facce tese ad indicare sforzo, per
suggerire a lui stesso figlio di sforzare il suo sfinterino e defecare
nel cesso con riduttore, e far capire al mondo come è intelligente
nostro figlio che già a due anni fa la cacchina nel cesso".
Cecilia fa sì sì con la testa, lo sa anche lei, ma ancora spera che
nostro figlio sia più intelligente di noi due e quindi resta a fissarlo
combattuta, girandosi le mani nelle mani.
Il niccolotto, che era rimasto silenzioso durante la discussione
genitoriale, vedendo il dubbio negli occhi della sua bella madre sorride
a 10 denti o quanti ne ha, e poi esclama ancora 'CAC-CA' distinguendo
bene le sillabe, sono solo due, e dandosi una poderosa manata sul culo,
al che la madre non riesce più a resistere e dice no fabrizio questa
volta è quella buona, davvero la sta per fare, e si alza e lo bacia e lo
prende in braccio e si dirige di corsa verso il bagno chiedendo l'ausilo
del suo compagno venerandi, affinché inserisca il riduttore di cesso e
poi prenda la carta e poi il libro 'pappa bimbo', e anche le salviettine
e la cremina alla calendula che alla fine gliela mettiamo sul didietro
perché il suo culetto resti delicato fino alla maggiore età, poi saranno
cazzi suoi, e così questa frenetica corsa contro il tempo si conclude
con il niccolotto seduto sul riduttore di cesso di plastica blù, che
regge in mano il libro 'pappa bimbo' e indica le figure a papà e mammà
che gli stanno attorno in ginocchio, fingendo con il viso improbabili
contrazioni intestinali.
"Ma perché ci fa questo?" chiede alla fine Cecilia togliendolo dal water
sconsolata e rimettendogli un pannollino.
"Ha ancora del rancore contro di noi per come l'abbiamo fatto venire al
mondo", voglio dire, per un bambino pensare di essere uscito
dall'attaccatura delle gambe della propria madre, in un tripudio di
sangue e mucose, a causa di una vecchia scopata di nove mesi prima, che
magari non ti ricordi neppure quale, ecco non è molto poetico, ti
potresti incazzare, io mi incazzerei fossi nato in una maniera del
genere. Spiego queste cose a Cecilia gesticolando e rimettendo il
niccolotto dentro alle sue braghette.
Cecilia si ferma a guardarmi. "Fabrizio, temo che tu sia nato nella
stessa maniera di nostro figlio" mi annuncia guardandomi sospettosa.
"I miei genitori me l'hanno raccontata diversa" protesto.
"E' improbabile"
"Uh. Niente spuma marina?" Ero convinto di essere nato dalla spuma
marina come la sirenetta.
Cecilia scuote la testa. "Niente spuma marina, solo coito. E poi la
sirenetta è diventata spuma marina morendo, non nascendo".
Mi gratto la testa. "Ma la sirenetta non si sposa con il principe
biondo?"
"La sirenetta disney si sposa con il principe biondo, ma perché agli
americani non piacciono le cose che finiscono male, quella vera muore
diventando spuma marina" fa Cecilia e io penso alla puzza che deve fare
la spuma marina di una sirenetta morta.
"E' orribile" esclamo, osservando mio figlio che ci sta fissando a bocca
aperta. "Non solo scopro che sono uscito da in mezzo alle gambe di
quella simpatica signora che chiamo 'mamma', ma vengo pure a sapere che
la bella sirenetta in realtà è una poltiglia maleodorante". Mi passo una
mano sul viso con fare melodrammatico.
"E in più -aggiungo vedendo che la mia resa drammatica è abbastanza
deludente- viene fuori che gli americani cambiano sempre il finale delle
nostre storielle europee!"
Cecilia ride. Dice che la disney si comporta come l'esercito americano.
"Quando trovano una storia che ha una filosofia che non collima con la
loro, la ripuliscono e la sostuiscono con una filoamericana".
Tossico. "Beh non esageriamo, gli americani hanno anche fatto il
macintosh, in fondo un po' di umanità devono averla anche loro".
Cecilia si accende una sigaretta, non dice niente, si mette a fissare
fuori dalla finestra come se stesse pensando a cose importanti, ma io so
che è solo garbage collection, cancella le mie vecchie frasi della
settimana scorsa per metterci quelle nuove, a stare con me bisogna farla
abbastanza spesso, dico un sacco di cazzate.
Fuori dalla finestra si intravvede la scia bianca di un aereo che passa
lontano.
"Sai cosa ci metterei io al posto delle torri gemelle, se fossi
americana intendo?" mi chiede all'improvviso.
"Uh, un Mac Donald?"
"Quasi. Un enorme centro commerciale. Cento piani di centro commerciale,
con dentro anche un Mac Donald, ci mancherebbe, non togliamo posti di
lavoro a nessuno. Un enorme centro commerciale pieno di prodotti
americani fabbricati in cina o taiwan, in cui gli americani possano
girare per giorni e giorni. Anche un reparto videocassette e dvd con
tutte le loro edizioni edulcorate della sirenetta, e anche un reparto
macintosh, con tutti i computer macintosh che si scaldano lentamente e
intanto che si scaldano rassicuranti bruciano la loro quota di petrolio
personale".
E mentre Cecilia parla e continua a raccontare i dedali di
post-multinazionali che si intrecciano in questa babele americana, ho
anche io questa visione di un enorme architettura che sfida il cielo
carica di sirenette felici, macintosh brillanti e cheese-burgher
preriscaldati, attraversati da una eterna calca umana in attesa di
consumare il proprio happy-ending personale, e forse vorrei esserci
dentro anche io, e sperare in quegli oggetti, in quella piccola felicità
che viene da un desiderio che viene appagato tramite carta di credito,
sono davvero insieme a Cecilia dentro quei corridoi a vedere l'ultima
offerta speciale il prossimo menù con patatine e coca media e mentre io
e Cecilia stiamo girando smaniosi in questa sodoma gomorrea virtuale
arriva un odore distante, come di sirenetta morta e putrefatta, il
rimbombo di una parte di umanità che preferiremmo dimenticare, e allora
ci giriamo tutti e due verso l'origine di questo fetore improvviso e ci
troviamo il niccolotto che tutto rosso in volto per lo sforzo non si
tocca il culo e non ci dice cacca.
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